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Animali domestici in Italia: la normativa
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Animali domestici in Italia: la normativa

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Esiste una normativa in Italia sui diritti degli animali da compagnia? Cosa dice la legge in merito all'adozione e alla compravendita di cani, gatti e di altri animali?

Sappiate che sono diverse le norme presenti nel diritto del nostro paese, anche se molte cose si potrebbero ancora fare per garantire la massima tutela ai nostri amici a quattro zampe: andiamo a capire insieme cosa dice la legge in Italia in merito a questo delicato argomento, che tutti i proprietari e gli appassionati di cani dovrebbero conoscere, per la tutela di tutti quanti, soprattutto dei cagnolini, sempre i più indifesi.

Vendita di animali, la normativa in Italia

Legge italiana: vendita di un cane

La legge italiana è ricca di norme legate alla compravendita, che si possono adattare anche al mondo delle vendite di animali: purtroppo gli animali sono equiparati agli oggetti in vendita per quello che riguarda la normativa italiana, anche se ci sono delle proposte per evitare di considerarli oggetti, dal momento che si tratta di esseri viventi, con i loro diritti e la loro dignità da rispettare. Molti passi in avanti sono stati fatti, come sottolineato in precedenza, ma la strada è ancora molto lunga.

La normativa di riferimento disciplina sia i negozi di vendita di animali, così come le attività di toelettatura, addestramento, allevamento e anche le pensioni per animali domestici e di compagnia. Chi è proprietario di un cane o ne è il detentore deve, ad esempio, per obbligo iscriverlo all'anagrafe canina regionale entro il terzo mese di vita o 30 giorni dalla data di acquisto o dall'inizio della detenzione, se non era già iscritto prima. Dal 2005 non è più necessario il tatuaggio per identificare i cani, ma è indispensabile dotarli di microchip, così che i veterinari possano risalire a tutti i dati del cane, proprietario compreso: in caso di fuga, furto o smarrimento è un sistema sicuro per ricongiungere il cane al padrone in tempi brevi.

Esistono poi dei requisiti che venditori e allevatori professionali devono avere e che consentono di avere il nulla osta del Servizio Veterinario per poter praticare la professione: essere in possesso di tutte le capacità per esercitare questa professione, avere una formazione qualificata o una comprovata esperienza, la struttura deve avere tutti i requisiti igienici previsti, così come i box e i recenti devono seguire norme ben precise. Inoltre per le attività di vendita di animali da compagnia deve essere presente un registro di carico e scarico.

Inoltre la legge impone a chiunque detenga un animale da compagnia dei precisi doveri: dargli cibo e acqua in quantità sufficiente e nei tempi giusti, assicurare le necessarie cure sanitarie, garantire un adeguato livello di benessere fisico ed etologico, garantire il giusto esercizio fisico necessario, impedirne la fuga prendendo delle precauzioni, garantire la tutela di terzi da aggressioni, assicurare la pulizia degli spazi. Inoltre deve occuparsi del controllo delle nascita, per evitare di mettere a rischio la salute dei cuccioli o della mamma.

Per ogni attività, bisogna poi far riferimento alle diverse disposizioni regionali e a quelle dell'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana. Non dimentichiamo che i venditori di animali di affezione devono rilasciare per ogni cane un'autocertificazione che attesti età, razza, provenienza, genealogia, vaccinazioni eseguite ed eventuale iscrizione dei genitori insieme a tutta la documentazione ufficiale necessaria.

La legge italiana, poi, vieta di importare, detenere, porre in vendita cani importati di età inferiore ai 3 mesi: l'importazione, la detenzione e la vendita devono seguire le norme previste dal Protocollo Vaccinale. Non dimentichiamo, poi, che il limite minimo di età di un acquirente è fissato a 16 anni: sotto questa età, c'è bisogno dell'approvazione di uno o di entrambi i genitori.

Diritti degli animali in Italia

Non potevamo non citare le norme relative al tema dei diritti degli animali: in realtà il vuoto normativo è stato sbandierato da più parti, ribadendo la necessità di avere un quadro normativo più sicuro per difendere i sacrosanti diritti di tutti gli animali. Per fortuna recentemente possiamo notare più attenzione per quello che riguarda la difesa del benessere fisico e psichico degli animali, sia che siano di proprietà sia che si tratti di animali randagi.

Recentemente, ad esempio, per evitare di continuare a considerare cose gli animali, è stato introdotto il principio dell'impignorabilità degli animali da compagnia o utilizzati per assistenza o terapie. Inoltre grazie ad alcune sentenze, il maltrattamento sugli animali non è più solo considerato un reato per le violenze a livello fisico, ma anche a livello psichico. Oggi il maltrattamento ai danni degli animali è considerato un reato punibile con la reclusione e perseguibile d'ufficio.

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