Abbiamo già parlato in passato della differenza fra colonie feline, i gattili e le oasi feline. Oggi andremo a concentrarci sulla definizione di colonia felina, realtà molto diffuse nel nostro territorio, ma spesso poco conosciute e che sono regolamentate da norme ben precise.
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Nelle città i gatti vivono solitamente in gruppi che vengono chiamati colonie feline. Le colonie possono essere composte da un numero variabile di gatti. Qui i gatti vivono l'uno vicino all'altro in un preciso territorio dove trovano cibo, rifugio e dove si riproducono.
Le colonie feline, dal punto di vista della legge, vengono riconosciute in via ufficiale dalla Legge n. 281 del 14 agosto 1991 e da diverse leggi regionali. Questi sono i capisaldi che regolamentano una colonia felina:
Solitamente ci sono privati cittadini o volontari di Associazioni animaliste che si occupano di gestire la colonia, fornendo cibo e cure ai gatti.
E' possibile richiedere lo status di colonia felina per un gruppo di gatti che vivono in un determinato territorio chiedendo di censirla a Comune o Asl (la procedura varia un po' a seconda dei Comuni). In questo caso, se la colonia verrà registrata come tale, verrà richiesto di individuare un referente della colonia, una persona che farà da punto di riferimento per quella colonia per Comune e Asl.
I referenti che si occupano della colonia, devono garantire il benessere, la tutela e il mantenimento delle condizioni igienico-sanitarie:
Per quanto riguarda le cure, i Servizi Veterinari dell'Asl si occupano delle sterilizzazioni di solito, il resto delle cure di solito è a carico dei volontari a meno che non siano stati stipulati particolari accordi.
In realtà non c'è un numero minimo e massimo per una colonia felina: anche un solo gatto può far parte di una colonia.
Inoltre è possibile che, a discrezione dei Servizi Veterinari, eventuali altri gatti randagi possano essere inseriti in quella colonia se necessario e in particolari situazioni, anche se il gatto originariamente non proviene da quel territorio.